LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
visto il regolamento (UE) 2019/788 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2019, riguardante l'iniziativa dei cittadini europei (1), in particolare l'articolo 6, paragrafi 2 e 3,
considerando quanto segue:
(1)Il 4 aprile 2022 è stata presentata alla Commissione la richiesta di registrazione di un'iniziativa dei cittadini europei dal titolo «Good Clothes, Fair Pay» (Bei vestiti, salari equi).
(2)L'obiettivo dell'iniziativa, così come formulato dagli organizzatori, è invitare la Commissione a presentare una proposta legislativa che imponga alle imprese attive nel settore dell'abbigliamento e delle calzature di esercitare la dovuta diligenza per quanto riguarda i salari di sussistenza nella catena di approvvigionamento, conseguendo le finalità seguenti: a) integrare e sviluppare il «quadro dell'UE in materia di governance societaria sostenibile» e la «direttiva dell'UE relativa a salari minimi adeguati»; b) imporre alle imprese di individuare, prevenire e attenuare le ingerenze nel diritto umano a un salario di sussistenza, e nei diritti alla libertà di associazione e alla contrattazione collettiva; c) ridurre la povertà nell'Unione e nel mondo, con particolare attenzione per la situazione delle donne, dei migranti e dei lavoratori con contratti precari e per la necessità di contrastare il lavoro minorile; d) vietare le pratiche commerciali sleali che causano o contribuiscono a causare danni reali e potenziali ai lavoratori del settore dell'abbigliamento e delle calzature, e promuovere pratiche di acquisto eque; e) riconoscere il diritto all'informazione dei consumatori sulle imprese del settore dell'abbigliamento e delle calzature; f) migliorare la trasparenza e la rendicontabilità delle imprese del settore dell'abbigliamento e delle calzature.
(3)L'allegato riporta informazioni aggiuntive sull'oggetto, gli obiettivi e il contesto dell'iniziativa. Gli organizzatori sostengono che in molti Stati membri il salario minimo legale rappresenta solo una percentuale esigua del salario di sussistenza e che nei principali paesi terzi produttori di abbigliamento il salario minimo legale è di media inferiore al 50 % di quanto necessario per vivere una vita dignitosa. A tale riguardo si appellano alla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e all'articolo 7 del Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali, che riconoscono il diritto a una remunerazione che assicuri ai lavoratori e alle loro famiglie, come minimo, un'esistenza decorosa. Gli organizzatori affermano che affrontare la questione dei salari di sussistenza nel settore dell'abbigliamento e delle calzature contribuirebbe al conseguimento degli obiettivi dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile (2), vale a dire l'eliminazione della povertà, la parità di genere, il lavoro dignitoso e la produzione e il consumo sostenibili. Sottolineano inoltre che affrontando il problema della bassa retribuzione si otterrebbe di contrastare uno dei principali fattori alla base del lavoro minorile, in linea con l'impegno volto ad abolirlo della Commissione, secondo cui l'eliminazione del lavoro minorile deve essere tenuta al centro di tutti i settori strategici pertinenti. Le imprese interessate dovrebbero avere l'obbligo di monitorare e comunicare i progressi delle misure di attenuazione adottate nell'ambito delle rispettive procedure di dovuta diligenza. Gli organizzatori dichiarano che la Commissione potrebbe raccomandare metodologie adeguate e legittime di determinazione dei salari di sussistenza, che possano informare in futuro le trattative salariali del settore. Chiedono altresì una legislazione sulle pratiche commerciali sleali in questo settore sulla base della direttiva (UE) 2019/633 del Parlamento europeo e del Consiglio (3).
(4)Nell'allegato gli organizzatori chiedono anche una maggiore trasparenza del settore, con l'obbligo per le imprese di pubblicare determinate informazioni sulla produzione nelle catene di approvvigionamento, e il diritto all'informazione dei consumatori sugli effetti negativi reali e potenziali connessi ai salari e ai contratti precari. Hanno quindi presentato un progetto di proposta di direttiva comprendente una serie di elementi per conseguire tali obiettivi a sostegno della loro iniziativa.
(5)Per quanto riguarda gli obiettivi dell'iniziativa, la Commissione ha la competenza di presentare una proposta di atto giuridico che imponga alle imprese attive nel settore dell'abbigliamento e delle calzature di esercitare la dovuta diligenza per quanto riguarda i salari di sussistenza nella catena di approvvigionamento sulla base degli articoli 50 e 114 del trattato.
(6)Per questo motivo nessuna parte dell'iniziativa esula manifestamente dalla competenza della Commissione di presentare una proposta di atto giuridico dell'Unione ai fini dell'applicazione dei trattati.
(7)Tale conclusione non pregiudica la valutazione dell'eventuale rispetto, nel caso di specie, delle condizioni concrete, di fatto e sostanziali richieste affinché la Commissione intervenga, tra cui la conformità ai principi di proporzionalità e di sussidiarietà e la compatibilità con i diritti fondamentali.
(8)Il gruppo di organizzatori ha fornito prove adeguate del rispetto dei requisiti di cui all'articolo 5, paragrafi 1 e 2, del regolamento (UE) 2019/788 e ha designato le persone di contatto in conformità dell'articolo 5, paragrafo 3, primo comma, di detto regolamento.
(9)L'iniziativa non è presentata in modo manifestamente ingiurioso, non ha un contenuto futile o vessatorio, né è manifestamente contraria ai valori dell'Unione quali stabiliti nell'articolo 2 del trattato sull'Unione europea e ai diritti sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea.
(10)È pertanto opportuno registrare l'iniziativa dal titolo «Good Clothes, Fair Pay» (Bei vestiti, salari equi).
(11)La conclusione secondo la quale sono soddisfatte le condizioni per la registrazione di cui all'articolo 6, paragrafo 3, del regolamento (UE) 2019/788 non implica che la Commissione confermi in alcun modo la correttezza fattuale del contenuto dell'iniziativa, che è di esclusiva responsabilità del gruppo di organizzatori. Il contenuto dell'iniziativa esprime esclusivamente il punto di vista del gruppo di organizzatori e non può in alcun modo considerarsi rappresentativo del parere della Commissione,
HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:
Articolo 1
È registrata l'iniziativa dei cittadini europei dal titolo «Good Clothes, Fair Pay» (Bei vestiti, salari equi).
Articolo 2
Il gruppo di organizzatori dell'iniziativa dei cittadini dal titolo «Good Clothes, Fair Pay» (Bei vestiti, salari equi), rappresentato da Maeve GALVIN e Kirsten KOSSEN in qualità di persone di contatto, è destinatario della presente decisione.
Fatto a Bruxelles, il 1o giugno 2022
Per la Commissione
Věra JOUROVÁ
Vicepresidente
Tratto da:
Link:
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=uriserv%3AOJ.L_.2022.157.01.0013.01.ITA&toc=OJ%3AL%3A2022%3A157%3ATOC
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