Tra i 28 Stati membri ci sono ancora divisioni sugli obiettivi climatici europei per il 2030.Ciò è quanto è emerso dal Consiglio Affari Generali,che ha svolto il lavoro preparatorio in vista del vertice di fine Ottobre che dovrà varare la nuova strategia europea su clima ed energie rinnovabili.”Ogni delegazione ha confermato l'accordo per avere conclusioni ambiziose,ma ci sono questioni che necessitano negoziati più profondi”,ha dichiarato il Sottosegretario Sandro Gozi,Presidente di turno del Consiglio.”A mio avviso il punto chiave è rappresentato dai criteri per la definizione del cosiddetto “Burden sharing”,ovvero di fatto i soli obiettivi nazionali per la riduzione delle emissioni entro il 2030”.
Fonti europee hanno riferito che un gruppo di Paesi,tra i quali Germania, Francia, Gran Bretagna e Danimarca,è favorevole ad una definizione di obiettivi ambiziosi in linea con quelli indicati dalla Commissione,ovvero riduzione delle emissioni del 40%.Mentre un altro gruppo,costituito da Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria,ha chiesto maggiore flessibilità,prendendo in considerazione anche il Pil pro capite come elemento per attenuare gli obiettivi nazionali.Infine un terzo gruppo,composto da Irlanda, Svezia, Finlandia e Lussemburgo,vorrebbe che nella valutazione degli obiettivi nazionali si tenesse conto di quanto già fatto per rispettare il target del 2020.