IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea, in particolare l’articolo 122, paragrafo 1,
vista la proposta della Commissione europea,
considerando quanto segue:
(1)Il regolamento (UE) 2022/2578 del Consiglio (1) istituisce un meccanismo temporaneo di correzione del mercato («MCM») per gli ordini effettuati per la negoziazione di derivati collegati a punti di scambio virtuale («VTP») dell’Unione con scadenze comprese tra un mese e un anno. L’MCM si applica pertanto a qualsiasi derivato su merci che è negoziato su un mercato regolamentato e ha per sottostante un’operazione su gas in qualsiasi VTP nell’Unione.
(2)L’MCM deve essere attivato ove si verifica un evento di correzione del mercato, ossia se per tre giorni lavorativi il prezzo di regolamento dei derivati TTF front month, pubblicato da ICE Endex B.V.(Paesi Bassi), supera 180 EUR/MWh ed è superiore di 35 EUR al prezzo di riferimento.Il regolamento (UE) 2022/2578 stabilisce un limite dinamico di offerta in base al quale, al verificarsi di un evento di correzione del mercato, i gestori dei mercati non devono accettare e i partecipanti al mercato non devono presentare ordini di derivati con prezzi superiori di 35 EUR/MWh rispetto al prezzo di riferimento pubblicato dall’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia (ACER) il giorno precedente.
(3)Nelle rispettive relazioni sulla valutazione degli effetti pubblicate il 1o marzo 2023 a norma dell’articolo 8 del regolamento (UE) 2022/2578, l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) e l’ACER hanno analizzato una serie di indicatori per valutare l’impatto dell’MCM in seguito all’entrata in vigore di detto regolamento. L’ESMA e l’ACER hanno rilevato che l’MCM non era stato attivato e che fino alla pubblicazione delle rispettive relazioni non erano emersi effetti negativi sulla sicurezza dell’approvvigionamento né sui flussi del gas all’interno dell’Unione né sulla stabilità finanziaria.
(4)In base agli indicatori analizzati dall’ESMA e dall’ACER nelle relazioni del 1o marzo 2023, la Commissione ha esteso l’analisi per valutare gli sviluppi del mercato a seguito del periodo di tempo analizzato da tali relazioni. Dall’entrata in vigore del regolamento (UE) 2022/2578 non sono stati individuati effetti negativi e l’MCM non è mai stato attivato.
(5)Permangono tuttavia gravi difficoltà in termini di sicurezza dell’approvvigionamento energetico unionale. La situazione globale del mercato del gas rimane molto difficile. I prezzi del gas sono ancora notevolmente più elevati rispetto a prima dell’inizio della crisi in Europa a seguito della strumentalizzazione per fini bellici dell’energia da parte della Russia e della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, con inevitabili conseguenze sul potere di acquisto dei cittadini dell’Unione e sulla competitività delle imprese dell’Unione.
(6)La volatilità del mercato del gas è anche una conseguenza della rigidità del mercato derivante dai rischi geopolitici e rappresenta un rischio in più per l’economia dell’Unione. La marcata volatilità dei prezzi nell’estate e all’inizio dell’autunno 2023, con aumenti di oltre il 50 % in poche settimane, indica che i mercati sono ancora fragili e vulnerabili a shock anche relativamente modesti sui versanti della domanda e dell’offerta, come dimostrano i movimenti dei prezzi in seguito a eventi recenti come lo sciopero negli impianti australiani di gas naturale liquefatto (GNL) o l’interruzione del Balticconnector. La crisi in corso in Medio Oriente costituisce un ulteriore e significativo rischio geopolitico con un potenziale impatto sui prezzi e sull’approvvigionamento del gas.
(7)Si prevede che i mercati mondiali del gas, già molto tesi nella situazione attuale, lo resteranno ancora per un certo periodo di tempo. L’offerta mondiale di GNL è cresciuta solo in misura modesta negli ultimi due anni a causa dei limitati supplementi di capacità di liquefazione, delle interruzioni nei principali impianti di esportazione e del calo dell’offerta di gas naturale da trattare negli impianti di GNL. Solo nel corso del 2025 diventeranno fruibili nuove e cospicue capacità di liquefazione del GNL. Gli equilibri di mercato rimarranno quindi precari nell’immediato futuro.
(8)Oltretutto, a causa del calo significativo delle importazioni di gas russo via gasdotto lo scorso anno, la disponibilità di forniture per l’Unione è notevolmente ridotta rispetto a prima della crisi. Con il livello attuale di importazioni si prevede che l’Unione riceverà circa 20 miliardi di metri cubi di gas russo via gasdotto nel 2023, ossia circa 110 miliardi di metri cubi in meno rispetto al 2021. Permane pertanto un grave rischio che si verifichino carenze di gas nell’Unione a breve termine. Date le attuali condizioni di tensione del mercato, i prezzi potrebbero subire una nuova impennata a causa di eventi imprevedibili e di shock improvvisi: una ripresa della domanda asiatica di GNL che potrebbe ridurre la disponibilità di gas sul mercato mondiale; condizioni meteorologiche estreme che potrebbero incidere sullo stoccaggio di energia idroelettrica e sulla produzione nucleare, con conseguente maggiore ricorso alla produzione di energia elettrica a partire dal gas; altre possibili interruzioni dell’approvvigionamento, tra cui l’arresto totale delle importazioni dalla Russia e ulteriori perturbazioni delle infrastrutture critiche, dopo gli atti di sabotaggio ai danni del gasdotto Nord Stream 1 nel settembre 2022 o l’interruzione del gasdotto Balticconnector nell’ottobre 2023.
(9)Il persistere di gravi difficoltà espone l’intera Unione a rischi di penuria energetica e di rialzo dei prezzi dell’energia. Il livello dei prezzi del gas potrebbe avere un impatto negativo sulla situazione economica dell’Unione, la sua competitività industriale e il potere d’acquisto dei cittadini dell’Unione.
(10)In queste condizioni, in particolare in una situazione caratterizzata da vari rischi geopolitici con potenziale impatto sui prezzi del gas, il timore della scarsità può innescare reazioni significative con pesanti ripercussioni sui prezzi del gas. Stante l’attuale fragilità dell’equilibrio tra domanda e offerta, qualsiasi interruzione della fornitura di gas, per quanto modesta, potrebbe avere un effetto deleterio sui prezzi del gas e causare gravi danni a lungo termine all’economia e ai cittadini dell’Unione.
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