Il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione europea,
visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea, in particolare l’articolo 173 e l’articolo 175, terzo comma,
vista la proposta della Commissione europea,
previa trasmissione del progetto di atto legislativo ai parlamenti nazionali,
visto il parere del Comitato economico e sociale europeo (1),
previa consultazione del Comitato delle regioni,
deliberando secondo la procedura legislativa ordinaria (2),
considerando quanto segue:
(1)La pandemia di COVID-19 costituisce uno shock di grande portata per l’economia mondiale e dell’Unione ed esercita un notevole impatto socioeconomico negli Stati membri e nelle regioni. Le necessarie misure di contenimento hanno comportato una riduzione significativa dell’attività economica nell’Unione e secondo le previsioni nel 2020 la contrazione del PIL dell’Unione si attesterà intorno al 7,4%, un dato ben più elevato rispetto a quello della crisi finanziaria del 2009. Si è verificato un calo significativo delle attività di investimento. Occorre affrontare alcune vulnerabilità, quali l’eccessiva dipendenza da fonti di approvvigionamento esterne non diversificate e una carenza di infrastrutture critiche, in particolare per le piccole e medie imprese (PMI), comprese le microimprese, per esempio diversificando e rafforzando le catene del valore strategiche, per migliorare la risposta di emergenza dell’Unione e la resilienza dell’intera economia, mantenendola nel contempo aperta alla concorrenza e agli scambi in linea con le norme che la regolano. Anche prima della pandemia, benché si osservasse una ripresa del rapporto investimenti/PIL nell’Unione, quest’ultimo restava al di sotto di quanto ci si potrebbe attendere in un periodo di forte ripresa e non era sufficiente a compensare anni di carenza di investimenti dopo la crisi del 2009. Un aspetto ancora più importante è rappresentato dal fatto che gli attuali livelli di investimento e quelli previsti per il futuro non soddisfano il fabbisogno di investimenti strutturali dell’Unione per far ripartire e sostenere la crescita nel lungo periodo di fronte allo sviluppo tecnologico e alla competitività a livello mondiale, in particolare per quanto riguarda l’innovazione, le competenze, le infrastrutture, le PMI e la necessità di affrontare sfide sociali cruciali, quali la sostenibilità e l’invecchiamento della popolazione. Di conseguenza, al fine di conseguire gli obiettivi delle politiche dell’Unione e di sostenere una ripresa economica rapida, sostenibile, inclusiva, duratura e sana, è necessario un sostegno costante per rimediare ai fallimenti del mercato e alle situazioni di investimento subottimali, onde ridurre la carenza di investimenti in settori mirati.
(2)Dalle valutazioni è emerso che la varietà di strumenti finanziari disponibile nell’ambito del quadro finanziario pluriennale 2014-2020 ha comportato alcune sovrapposizioni quanto ai rispettivi ambiti di applicazione. Tale varietà ha anche complicato l’attività di intermediari finanziari e destinatari finali, che hanno dovuto far fronte a norme differenti in materia di ammissibilità e relazioni. L’incompatibilità tra le norme ha anche ostacolato la possibilità di combinare diversi fondi dell’Unione, quando invece tale possibilità sarebbe stata utile per sostenere progetti che necessitano di diverse tipologie di finanziamento. È opportuno pertanto istituire un fondo unico, il fondo InvestEU, che si fonda sull’esperienza del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) istituito nell’ambito del piano di investimenti per l’Europa, semplificando così l’offerta finanziaria e integrandola in un unico sistema di garanzia di bilancio, affinché il sostegno ai destinatari finali funzioni in modo più efficiente e migliori così l’impatto dell’intervento dell’Unione riducendo nel contempo il costo a carico del bilancio dell’Unione.
(3)Negli ultimi anni l’Unione ha adottato strategie ambiziose volte a completare il mercato interno e stimolare una crescita e un’occupazione sostenibili e inclusive. Tali strategie includono «Europa 2020 — Un strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva» del 3 marzo 2010, il «Piano di azione per la creazione dell’Unione dei mercati dei capitali» del 30 settembre 2015, «L’anello mancante — Piano d’azione dell’Unione europea per l’economia circolare» del 2 dicembre 2015, «Una strategia europea a favore della mobilità a basse emissioni» del 20 luglio 2016, «Una strategia spaziale per l’Europa» del 26 ottobre 2016, il pacchetto «Energia pulita per tutti gli europei» del 30 novembre 2016, il «Piano d’azione europeo in materia di difesa» del 30 novembre 2016, «Istituzione del Fondo europeo per la difesa» del 7 giugno 2017, la proclamazione interistituzionale sul pilastro europeo dei diritti sociali del 13 dicembre 2017, la nuova agenda europea per la cultura del 22 maggio 2018, il «Green Deal europeo» dell’11 dicembre 2019, il «Piano di investimenti del Green Deal europeo» del 14 gennaio 2020, la comunicazione «Un’Europa sociale forte per transizioni giuste» del 14 gennaio 2020, la strategia «Plasmare il futuro digitale dell’Europa», «Una strategia europea in materia di dati» e il «Libro bianco sull’intelligenza artificiale - Un approccio europeo all’eccellenza e alla fiducia» del 19 febbraio 2020, «Una nuova strategia industriale per l’Europa» del 10 marzo 2020 e la «Strategia per le PMI per un’Europa sostenibile e digitale» del 10 marzo 2020. Il fondo InvestEU dovrebbe valorizzare e rafforzare le sinergie tra queste strategie che si rafforzano reciprocamente assicurando il sostegno agli investimenti e l’accesso ai finanziamenti. Inoltre, l’Unione ha adottato il regolamento (UE) 2020/852 del Parlamento europeo e del Consiglio (3).
(4)A livello dell’Unione, il semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche costituisce il quadro per individuare le priorità di riforma nazionali e monitorarne l’attuazione. Gli Stati membri, se del caso in cooperazione con le autorità locali e regionali, elaborano le proprie strategie di investimento pluriennali nazionali a sostegno di tali priorità di riforma. Tali strategie dovrebbero essere presentate unitamente ai programmi nazionali annuali di riforma in modo da delineare e coordinare i progetti di investimento prioritari cui fornire sostegno con finanziamenti nazionali o dell’Unione, ovvero con entrambi. Dette strategie dovrebbero inoltre impiegare i finanziamenti dell’Unione in modo coerente e massimizzare il valore aggiunto del sostegno finanziario proveniente in particolare dai Fondi strutturali e di investimento europei, dal dispositivo per la ripresa e la resilienza istituito dal regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio (4) e dal programma InvestEU.
(5)Il fondo InvestEU dovrebbe contribuire a migliorare la competitività e la convergenza socioeconomica e la coesione dell’Unione, anche nel settore dell’innovazione e della digitalizzazione, all’uso efficiente delle risorse in linea con un’economia circolare, alla sostenibilità e all’inclusività della crescita economica dell’Unione nonché alla resilienza sociale e all’integrazione dei mercati dei capitali dell’Unione, offrendo soluzioni per ovviare alla frammentazione di questi ultimi e diversificando le fonti di finanziamento per le imprese dell’Unione. A tal fine, il fondo InvestEU dovrebbe finanziare progetti che sono tecnicamente ed economicamente sostenibili, fornendo un quadro per l’utilizzo di strumenti di debito, di capitale e quasi-capitale e di condivisione del rischio coperti da una garanzia del bilancio dell’Unione e da contributi finanziari provenienti dai partner esecutivi, se del caso. Il fondo InvestEU dovrebbe funzionare in base alla domanda e, nel contempo, puntare a offrire benefici strategici a lungo termine in aree chiave delle politiche dell’Unione che altrimenti non sarebbero finanziate o sarebbero finanziate in misura insufficiente, contribuendo in tal modo al conseguimento degli obiettivi delle politiche dell’Unione. Il sostegno da parte del fondo InvestEU dovrebbe coprire un’ampia gamma di settori e di regioni, ma evitare un’eccessiva concentrazione settoriale o geografica, e dovrebbe agevolare l’accesso ai finanziamenti dei progetti composti da entità partner in varie regioni dell’Unione, compresi i progetti che promuovono lo sviluppo di reti, cluster e poli di innovazione digitale.
(6)I settori culturali e creativi sono settori fondamentali e in rapida crescita nell’Unione, che possono svolgere un ruolo importante nel garantire una ripresa sostenibile e generano valore sia economico che culturale a partire dalla proprietà intellettuale e dalla creatività individuale. Tuttavia, le restrizioni ai contatti sociali messe in atto durante la crisi COVID-19 hanno avuto un forte impatto economico negativo su di essi. A ciò si somma la natura immateriale dei loro beni che limita l’accesso delle PMI e delle organizzazioni dei suddetti settori ai finanziamenti privati, che sono essenziali per investire, crescere e competere a livello internazionale. Il programma InvestEU dovrebbe continuare ad agevolare l’accesso ai finanziamenti per le PMI e per le organizzazioni di tali settori. I settori culturale e creativo, audiovisivo e dei media sono essenziali per la libertà di espressione e la diversità culturale e la creazione di società democratiche e coese nell’era digitale, e sono parte integrante della nostra sovranità e autonomia. Gli investimenti in questi settori ne determinerebbero la competitività e la capacità a lungo termine di produrre e distribuire contenuti di alta qualità a un vasto pubblico superando le frontiere nazionali.
(7)Al fine di promuovere in modo sostenibile e inclusivo la crescita, gli investimenti e l’occupazione, contribuendo in tal modo al miglioramento del benessere nell’Unione, a una più equa distribuzione del reddito e a una maggiore coesione economica, sociale e territoriale nell’Unione, il fondo InvestEU dovrebbe sostenere gli investimenti in attività materiali e immateriali, incluso nel patrimonio culturale. I progetti finanziati da InvestEU dovrebbero soddisfare le norme ambientali e sociali dell’Unione, compreso in materia di diritti dei lavoratori. Gli interventi tramite il fondo InvestEU dovrebbero integrare il sostegno dell’Unione erogato mediante sovvenzioni.
(8)L’Unione sostiene gli obiettivi stabiliti nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile («Agenda 2030»), i relativi obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) e l’accordo di Parigi adottato nell’ambito della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (5) («accordo di Parigi»), nonché il quadro di riferimento di Sendai per la riduzione del rischio di catastrofi 2015-2030. Al fine di conseguire tali obiettivi e gli obiettivi stabiliti nelle politiche ambientali dell’Unione, è necessario un sensibile incremento delle azioni che perseguono uno sviluppo sostenibile. I principi dello sviluppo sostenibile dovrebbero pertanto occupare un posto di primo piano nell’architettura del fondo InvestEU.
(9)Il programma InvestEU dovrebbe contribuire a creare un sistema di finanza sostenibile nell’Unione che sostenga il riorientamento del capitale privato verso investimenti sostenibili, conformemente agli obiettivi stabiliti nella comunicazione della Commissione dell’8 marzo 2018 dal titolo «Piano d’azione della Commissione per finanziare la crescita sostenibile» e in quella del 14 gennaio 2020 sul piano di investimenti del Green Deal europeo.
(10)Alla luce dell’importanza della lotta contro i cambiamenti climatici, in linea con l’impegno dell’Unione di attuare l’accordo di Parigi e con l’impegno assunto rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite nonché all’obiettivo della neutralità climatica dell’Unione entro il 2050 e ai nuovi obiettivi climatici dell’Unione per il 2030, le azioni previste dal presente regolamento dovrebbero contribuire alla realizzazione dell’obiettivo di destinare all’integrazione degli obiettivi climatici il 30 % di tutte le spese del QFP, nonché dell’ambizione di destinare alla spesa per la biodiversità il 7,5 % del bilancio nel 2024 e il 10 % nel 2026 e nel 2027, tenendo conto al contempo delle sovrapposizioni esistenti tra gli obiettivi in materia di clima e di biodiversità. Secondo le previsioni, gli interventi nell’ambito del programma InvestEU dovrebbero contribuire al conseguimento degli obiettivi in materia di clima per una quota minima del 30 % della dotazione finanziaria complessiva del programma InvestEU.
Per saperne di più:
Tratto da:
Link:
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=uriserv%3AOJ.L_.2021.107.01.0030.01.ITA&toc=OJ%3AL%3A2021%3A107%3ATOC
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