“Si alle videocamere di sorveglianza che inquadrano la strada e quindi immagazzinano immagini di sconosciuti,ma soltanto quando servono a difendere un interesse legittimo di chi le installa”.Questa è la conclusione a cui è giunta la Corte di Giustizia europea,chiamata a verificare l'applicazione della direttiva sulla tutela dei dati personali nel caso delle videocamere di sorveglianza private.
La stessa era stata interpellata da un tribunale ceco che le aveva chiesto di fare luce a tale quesito:”Un cittadino che desidera proteggere la propria casa può installare videocamere di sorveglianza e quindi registrare immagini dei passanti senza chiedere il loro consenso?”.
Il tutto nasce da una causa di un cittadino ceco multato dall'Ufficio della Protezione dei Dati per aver utilizzato le immagini registrate dalla sua videocamera esterna all'appartamento per incastrare due vandali che avevano ripetutamente distrutto i vetri della propria abitazione.
In base all'Ufficio di Protezione dei Dati ceco occorreva chiedere il consenso degli interessati per poter utilizzare quelle immagini,come la Direttiva per la Protezione Dati prevede.”Sebbene la Direttiva si applichi anche alle videocamere di sorveglianza installate da privati,la stessa consente di valutare il loro interesse legittimo a proteggere i beni,la salute e la vita propria,nonché della famiglia”,questa la risposta della Corte di Giustizia europea.