La maggior parte dei giovani italiani non è consapevole ne della necessità,ne del modo in cui rendere più sicuri i propri smartphone,tablet e dispositivi mobili vari.Questo è il risultato di un sondaggio condotto dal centro di ricerca “Tech and Law Centre” su 1012 studenti italiani di 15 Università diverse.Dal corretto utilizzo delle password,all'utilizzo dei dati personali per le applicazioni portabili,più della metà dei ragazzi non conosce i reali rischi di un dispositivo non protetto,ed ha una percezione del proprio controllo su di esso ben superiore a quello reale verificato tramite la compilazione di un questionario.I risultati di tale studio sono stati presentati all'incontro “Security of the Digital Natives”,organizzato a Bruxelles dall’Associazione ThinkYoung,dal centro di ricerca italiano Tech and Law Centre e da Google.
Lo studio ha rivelato come il 40% dei ragazzi non utilizzi password per proteggere i propri dispositivi mobili e come un altro 41% la aggiorni apportando solo minimi cambiamenti.Un 53% non controlla mai i requisiti di autorizzazione per installare nuove applicazioni mobili,il 25% non esegue il log out dopo aver utilizzato un'applicazione,il 40% non utilizza alcun sistema di blocco del proprio dispositivo mobile,il 52% dichiara di mantenere di proposito basso il livello di sicurezza del proprio dispositivo per renderne più agevole l'accesso.
Uno dei rischi maggiori,secondo gli autori dello studio,è quello del furto di identità online,problema agevolato dal fatto che più della metà dei ragazzi,il 54%,naviga su siti Internet che richiedono l'identificazione tramite piattaforme come Facebook o Google.A tutto ciò va aggiunto il contenuto altamente personale degli smartphone,poichè ben il 96% dei ragazzi ha dichiarato di avere registrato su di esso tutti i propri contatti,nonché di tenere memorizzate foto e video personali.
Per questo gli esperti hanno chiesto alle istituzioni europee di predisporre una legislatura ad hoc e comune in Europa a fronte del mosaico di normative nazionali oggi in vigore,consigliando,infine,il coinvolgimento dei produttori di dispositivi mobili che dovrebbero predisporre metodi più semplici di protezione da parte degli utilizzatori.