“Che si metta la parola fine al sistema degli stage non retribuiti nelle Delegazioni straniere dell’Unione europea perché sono discriminatori nei confronti di giovani che hanno mezzi economici limitati…i praticantati non retribuiti possono perpetuare l’esclusione sociale de facto…la corretta indennità dovrà essere inoltre calcolata in base al costo della vita del Paese in cui si trova la Delegazione…
…il Servizio europeo di Azione Esterna dovrebbe pagare a tutti gli stagisti un’indennità tale da permettere un accesso ampio ai giovani di tutte le estrazioni…attualmente il Seae ha circa 800 risorse (stagisti) nelle sue Delegazioni nel mondo i cui servizi a tempo pieno non vengono retribuiti...le indennità dovrebbero quindi incoraggiare tutti i giovani a presentare richieste di stage al di là del loro status finanziario”, ha reso noto l’Ombudsman europeo Emily O'Reilly, rispondendo così all’esposto di un giovane stagista austriaco.
Tratto da:
Ansa Europa.