Grazie agli sforzi delle autorità italiane, la discussione sul documento (che rappresenta un accordo quadro su tutti i programmi operativi per il prossimo periodo programmatico) sta procedendo bene verso una adozione nelle prossime settimane. In particolare, agli inizi di luglio la Commissione ha inviato le proprie osservazioni sulla bozza di accordo che il governo italiano le aveva a sua volta sottoposto il 22 Aprile scorso. Attualmente, i servizi della Commissione e i ministeri italiani responsabili stanno rivedendo il testo in vista dell'adozione. Allo stesso tempo, i servizi della Commissione hanno iniziato ad analizzare e commentare le proposte dell'Italia per gli specifici programmi operativi regionali e nazionali.
Non si tratta in nessun caso di un'eccezione;la stessa procedura vale per tutti gli Stati membri. Infatti, i negoziati continuano con 15 Paesi i cui accordi di partenariato non sono ancora stati adottati e lo saranno nelle prossime settimane. Neppure il numero di osservazioni inviate all'Italia si discostano dalla media di osservazioni formulate ad altri Paesi. Vista la vastità di risorse (l'Italia ne sarà il secondo beneficiario dopo la Polonia) e il contributo cruciale all'investimento nelle regioni per promuovere crescita e occupazione, la Commissione ha a più riprese sottolineato il ruolo fondamentale dell'approccio strategico all'utilizzo dei fondi e la priorità della qualità sulla rapidità.
Per quanto riguarda la capacità amministrativa, che è effettivamente un aspetto cruciale dei negoziati, l’Italia ha risposto positivamente a una serie di osservazioni della Commissione. Tra l’altro, le autorità che saranno coinvolte nella gestione dei programmi per il periodo 2014-2020 sono state invitate a redigere e presentare progetti, con chiaro impegno al massimo livello politico, per il rafforzamento delle loro amministrazioni e molte hanno già provveduto. Sono necessari alcuni miglioramenti, ma anche questo processo è sulla buona strada.
Infine, è importante sottolineare che non vi è alcun rischio di perdere 40 miliardi di Euro. Questo importo rappresenta il contributo complessivo dei fondi europei ai programmi italiani per il periodo 2014-2020. Eventuali rischi di perdita potrebbero verificarsi non prima della fine del 2017, quando si applicherà per la prima volta la regola del disimpegno automatico.
Che cosa s'intende per "accordi di partenariato"?
Con le nuove norme della Politica di coesione entrate in vigore il 22 Dicembre 2013, gli Stati membri sono tenuti a stilare e mettere in atto piani strategici con le priorità d'investimento nell'ambito dei cinque fondi SIE. Gli accordi di partenariato (AP) sono negoziati tra la Commissione europea e le autorità nazionali in seguito alla consultazione dei vari livelli di governance, dei rappresentanti dei gruppi di interesse e della società civile e dei rappresentanti locali e regionali. Gli accordi di partenariato sono sviluppati a partire da una serie di documenti programmatici indirizzati dai servizi della Commissione a ciascuno Stato membro nel 2012 e riguardanti il modo in cui gli investimenti UE dovrebbero sostenere la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva concentrandosi sui principali vantaggi e sui settori di crescita importanti nelle regioni e negli Stati membri.
I regolamenti stabiliscono che ciascuno Stato membro sottopone alla Commissione il proprio accordo di partenariato entro 4 mesi dall'entrata in vigore del regolamento, ovvero entro il 22 Aprile 2014. La Commissione a sua volta formula osservazioni entro tre mesi a decorrere dalla data di presentazione dell'AP e adotta l'accordo entro 4 mesidalla sua presentazione, a condizione che lo Stato membro abbia preso adeguatamente in considerazione le osservazioni della Commissione. I programmi operativi non possono essere approvati fino all'avvenuta adozione dell'accordo.
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Sito internet del Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica
Fonte:Commissione europea - Rappresentanza in Italia.