Il voto "Leave" del 23 Giugno 2016 ha portato maggiore incertezza, volatilità dei mercati finanziari e brusche fluttuazioni dei tassi di cambio. Il 19 Luglio 2016 la Direzione Generale Affari Economici e Finanziari ha reso pubblica una prima valutazione delle previsioni economiche, per la zona Euro e per l'Unione europea, in seguito al Referendum del Regno Unito. I primi risultati sono già stati presentati e discussi nella riunione dell'Eurogruppo della scorsa settimana. Un periodo di prolungata instabilità potrebbe influenzare la modesta ripresa dell'economia europea limitando gli investimenti e i consumi.
Per analizzare gli effetti potenziali di questa situazione l'Esecutivo Ue ha preso in esame due scenari, uno "moderato" e uno più "severo". Prima del Referendum in questione gli ultimi dati disponibili evidenziavano un aspettativa di crescita del PIL nella zona Euro del 1,7% (1,8% nell'Ue a 28) per il 2016 e per il 2017. In entrambi gli scenari considerati la crescita del PIL, dopo il Referendum, si fermerebbe a 1,5% -1,6% nel 2016 e 1,3% -1,5% nel 2017 e ciò implicherebbe una perdita da un quarto a mezzo punto percentuale del PIL nella zona Euro e nell'Ue entro il 2017. Sebbene il deprezzamento della sterlina mitighi le perdite economiche per il Regno Unito, l'analisi suggerisce che l'economia britannica sarà più severamente colpita, con una perdita nel PIL da 1% a 2,75% entro il 2017. Nessuno degli scenari analizzati include previsioni sulla forma che i futuri Accordi tra Unione europea e Regno Unito assumeranno.
Fonte:
Commissione europea - Rappresentanza in Italia.