“Ogni proposta che porti all'introduzione di quote obbligatorie e permanenti su misure di solidarietà sarebbe inaccettabile…è inoltre opportuno che la politica europea sull'immigrazione preveda l'adempimento rigoroso degli obblighi di legge da parte di tutti gli Stati membri, in modo particolare per ciò che concerne il Regolamento di Dublino, e un sistema efficace di registrazione e di rimpatri…la natura volontaria di ogni tipo di misura a favore della solidarietà e il principio che ogni singolo Stato membro possa mettere in campo, sulla base della propria esperienza, le pratiche migliori e le risorse disponibili devono essere difese…
…inoltre l’Unione europea, con lo scopo di stabilizzare i Paesi d'origine e le aree calde come la Libia, la Siria e il Medio Oriente, dovrebbe rafforzare i propri sforzi diplomatici, nell'ambito dell'impegno dell'Onu, coinvolgendo tutti i maggiori attori globali, inclusi gli Stati Uniti e la Federazione Russa e implementando infine i punti di registrazione e screening in modo da garantire rapida attuazione delle ricollocazioni, creando strutture simili anche nei Paesi di transito più colpiti dai flussi migratori, fuori dall'Unione europea, lungo i Balcani occidentali”.
Ciò è quanto reso noto nel comunicato congiunto siglato dai 4 governi dell'est, Ungheria, Slovacchia, Polonia e Repubblica Ceca (il cosiddetto Visegrad Group), al termine della Conferenza di Praga.