L'attesa per i dati del Pil italiano è alta anche in Europa,in cui la ripresa è ancora debole e ci si interroga su come aiutare i Paesi che arrancano.

L'attesa per i dati del Pil italiano è alta anche in Europa,in cui la ripresa è ancora debole e ci si interroga su come aiutare i Paesi che arrancano. Con un Italia ferma o quasi ferma,ma con debito e deficit in aumento sale il rischio di essere non solo rimandati nelle valutazioni autunnali di Bruxelles,ma anche di vedersi respinte le esigenze di maggiore flessibilità,facilmente interpretabili come una richiesta interessata di sconti.

I nostri conti sono sotto stretto monitoraggio della Commissione europea,preoccupata soprattutto dal debito elevatissimo,il secondo dopo la Grecia. Il Ministro dell'Economia,Pier Carlo Padoan,ha sempre sostenuto che la crescita è la via maestra per abbattere il debito,ma quest’ultima non c'è,o è comunque bassa,dunque il problema resta.Essa diventa sempre più grande,in vista del 2015, quando entrerà in vigore la “Regola del debito” che impone un taglio drastico,un ventesimo all'anno,qualora il Paese non avviasse dall'anno precedente un percorso di riduzione,cosa che l'Italia non ha fatto,come le è stato sempre contestato da Bruxelles,che avrebbe voluto vedere Spending review più incisive,i cui risparmi avrebbero dovuto aggredire il debito e non essere usati come nuove coperture. Senza crescita non cala il debito e si allontana quindi il pareggio di bilancio che l'Italia ha spostato al 2016 e a cui Bruxelles non ha mai apertamente concesso il via libera.

Tutto ciò perché a Giugno la Commissione era considerata già in scadenza e non avrebbe potuto prendere decisioni politiche come questa.Toccherà quindi al Commissario agli Affari Economici ad interim,il finlandese Jyrki Katainen,giudicare ad Ottobre la legge di stabilità 2015,da cui la Commissione si aspetta un aggiustamento strutturale di circa 9 miliardi da destinare alla riduzione del debito pubblico e subito dopo,a Novembre,esaminare lo stato delle finanze pubbliche italiane nelle nuove previsioni economiche.

Ogni margine di manovra dell'Italia è di coseguenza bloccato dall'obbligatorio percorso di rientro dal debito,che sarebbe meno gravoso con una crescita sostenuta. A causa di tutto ciò la battaglia sulla flessibilità delle regole di bilancio consentirebbe al Governo di guadagnare spazio,ma convincere i Paesi tornati a crescere,tra cui Spagna e Grecia,che non si è in cerca di sconti sui compiti da fare,non sarà facile.

 

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