“I contratti italiani a tempo determinato dei marittimi,stabilendo la durata massima di un anno per il loro rinnovo in successione e prevedendo una sanzione in caso di uso abusivo,rispettano il diritto europeo”. Questo è quanto stabilito la Corte di Giustizia europea,pur precisando che spetta ai giudici nazionali analizzare caso per caso in modo da evitare gli abusi.
La decisione di Lussemburgo riguarda la causa di alcuni marittimi,Maurizio Fiamingo, Leonardo Zappalà e Francesco Rotondo,che sono stati assunti da Rfi in base ad una successione di contratti a tempo determinato conclusi per uno,o più viaggi e per un massimo di 78 giorni sui traghetti tra Messina e Villa San Giovanni e Messina e Reggio Calabria. Essi complessivamente hanno lavorato per meno di un anno e ogni volta tra due contratti è intercorso un periodo inferiore a 60 giorni.In base alla Corte,l'Italia era legittimata,secondo il diritto europeo,a prevedere solo la menzione della durata del contratto e non il suo termine.
L'accordo quadro non obbliga inoltre a prevedere la trasformazione di contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato,ne prescrive le condizioni per cui si può fare uso di contratti a tempo indeterminato purché il diritto nazionale ne prevenga in modo efficace l'uso abusivo.”La normativa italiana soddisfa questi requisiti,ma i giudici nazionali dovranno esaminare le circostanze del caso di specie in modo da escludere qualsiasi uso abusivo di contratti del genere”,ha concluso Lussemburgo.