“I progetti sovvenzionati dall’Unione europea per gli Aeroporti non assicurano sempre un impiego ottimale delle risorse”.Questo è quanto comunicato dalla Corte dei Conti europea in una relazione che ha preso in esame l’Italia con gli scali di Alghero, Catania, Comiso, Crotone e Napoli,la Spagna,la Grecia,la Polonia e l’Estonia.Dalla stessa,a livello generale,è emersa mancanza di un adeguata capacità di pianificazione e previsione,causata da scali troppo vicini gli uni agli altri e progetti troppo grandi rispetto al numero di aerei e passeggeri.

”L'Italia,nonostante vari deficit rilevati,ne è uscita abbastanza bene…il problema fondamentale,segnalato come “Fil rouge” per l'Italia,tra i primi tre beneficiari dei fondi strutturali per la realizzazione di infrastrutture aeroportuali tra il 2000 ed il 2013,è stato la mancanza di coordinamento per la connessione ferroviaria…mancanza rilevata,in passato,anche con l'indagine sui porti marittimi…devo però dire che le autorità italiane sembrano aver compreso il problema,ed essere intenzionate ad intraprendere delle azioni nel periodo 2014-2020…tra i cinque scali italiani presi in esame,Crotone è stato quello a suscitare i maggiori dubbi,poiché li le risorse non sono mai state impiegate in modo saggio”,ha dichiarato il Capo degli Auditor Luc T'Joen.

I fondi europei presi in considerazione per lo scalo calabrese ammontano a 4,736 milioni di Euro,inerenti a lavori iniziati nel 2006 e terminati nel 2011.Le carenze dipenderebbero,in larga parte,dal fatto che c'è stata una certa indecisione delle autorità se puntare su Crotone,o su Lamezia Terme,scalo competitor diretto.