I risultati positivi dello sforzo delle riforme strutturali chieste da Bruxelles cominciano ad essere visibili e sono più chiari per la Spagna,seguita dal Portogallo,mentre tanto Italia che Grecia sono rimaste indietro.

Questo è quanto riportato nel sommario di uno studio pubblicato dalla Direzione Generale Economia e Finanza della Commissione europea,dedicato alla riforme strutturali di mercato in Italia,Spagna, Potrogallo e Grecia,ovvero due Paesi vulnerabili e due sotto programma di aiuti. Lo studio ha valutato il potenziale impatto di una serie di riforme selezionate e significative,per generare crescita nel medio periodo,come la liberalizzazione dei servizi, l'economia digitale,le misure per migliorare le condizioni dell'imprenditoria,come la riduzione dei costi burocratici,il miglioramento della giustizia civile e la riduzione dei ritardi nei pagamenti.Per ciò che concerne il nostro Paese,nella ricerca si osserva che ha fatto progressi in alcuni indicatori e comincia a vedere alcuni benefici tangibili,sebbene lo slancio delle riforme sembra aver rallentato.

Fra gli aspetti positivi vengono indicate le nuove procedure di pre-insolvenza,anche se viene,ad esempio,sottolineato che nonostante le misure per ridurre i ritardati pagamenti della Pa restano molto alte…è soltanto leggermente migliorata la durata dei pagamenti dai 190 giorni del 2012 ai 180 giorni del 2013. Le riforme introdotte in Portogallo per ridurre i ritardati pagamenti hanno invece evitato l'uscita dal mercato di 4.900 Società tra il 2010 ed il 2013. Per ciò che concerne la giustizia civile,lo stesso ha osservato che una riduzione del 10% della lunghezza dei processi ha il potenziale di aumentare il tasso di nuovo imprese di quasi un punto percentuale,ma nel periodo 2010-2012 soltanto il Portogallo e la Spagna hanno ridotto la durata dei processi,rispettivamente del 10,7% e dell'8,1%".