“Quanto sta avvenendo in Turchia suscita qualche preoccupazione, ed è chiarissimo che un eventuale reintroduzione della pena di morte sarebbe motivo di esclusione a priori dai negoziati per l'adesione all'Unione europea, ma il Paese è un nostro vicino e non possiamo non dialogarci…al momento si contano 8.000 arresti nell’Esercito e 12.000 funzionari sospesi, trasferiti o licenziati nell’ambito della giustizia, dell'amministrazione, ma anche dell'esecutivo e non siamo ancora arrivati alla fine…ad oggi almeno il 20% della magistratura risulta sospesa o trasferita, il che incide sulla qualità del funzionamento del sistema giudiziario…
…negli ultimi mesi diversi provvedimenti del Governo turco hanno suscitato molte preoccupazioni come la revoca collettiva dell'immunità di alcuni parlamentari, l'arresto di giornalisti e di membri del mondo accademico, ma la non-reintroduzione della pena capitale è criterio irrinunciabile per portare avanti i negoziati di allargamento, inutile discuterne oltre…non dimentichiamo che il 15% del Pil turco viene dal turismo che è praticamente crollato in provenienza dall'Ue, cosa che ha gravi conseguenze per esempio sugli investimenti esteri, già calati in passato…
…la Turchia per noi è il sesto partner commerciale, ma l'Europa per la Turchia è di gran lunga il primo”, ha dichiarato il Commissario europeo all’Allargamento, Johannes Hahn, davanti ai membri della Commissione Affari Esteri del Parlamento europeo riunita in sessione straordinaria a Bruxelles.
Tratto da:
Ansa Europa