“E’ opportuno che i 47 Stati membri del Consiglio d'Europa garantiscano che le leggi nazionali sulla diffamazione non spingano i media all'autocensura e non indeboliscano il dibattito pubblico…stiamo assistendo ad una preoccupante tendenza di alcuni governi ad utilizzare i processi per diffamazione a fini politici, ad applicare in modo arbitrario le leggi sulla diffamazione e a tentativi di invertire le riforme per la depenalizzazione del reato di diffamazione…
…al momento di elaborare o di modificare le leggi, i governi devono tenere conto del fatto che la Corte europea dei Diritti Umani ha sottolineato che le condanne al carcere sono compatibili con la Convenzione soltanto in casi estremamente eccezionali, in particolare quando c'è stata violazione di altri diritti fondamentali, ad esempio nel caso di discorsi di incitamento all'odio o alla violenza…sarà inoltre essenziale che le sanzioni previste nel diritto civile, per la diffamazione, siano proporzionate e non possano essere utilizzate in modo abusivo per imbavagliare i mass media”, ha dichiarato il Segretario Generale del Consiglio d’Europa, Thorbjorn Jagland.
Tratto da:
Ansa Europa