Decisione Delegata (UE) 2024/1441 della Commissione dell'11 marzo 2024 che integra la direttiva (UE) 2020/2184 del PE e del Consiglio stabilendo una metodologia per misurare le microplastiche nelle acque destinate al consumo umano.

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LA COMMISSIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea,

vista la direttiva (UE) 2020/2184 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2020, concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano (1), in particolare l’articolo 13, paragrafo 6,

considerando quanto segue:

(1)È ampiamente riconosciuto che il rilascio di plastica nell’ambiente e la sua frammentazione si traducono nella presenza diffusa di piccoli frammenti di polimeri, insolubili in acqua, che si degradano molto lentamente e possono essere facilmente ingeriti da organismi viventi.

(2)Queste piccole particelle di plastica, comunemente denominate microplastiche, non sono diffuse solo nell’ambiente, ma sono state rilevate anche negli alimenti e nelle acque destinate al consumo umano e possono essere ingerite dagli esseri umani. L’impatto potenziale dell’ingestione sulla salute umana è fonte di preoccupazione, sebbene i dati attualmente disponibili offrano prove scientifiche conclusive limitate circa gli effetti negativi delle microplastiche sulla salute umana, e ciò a causa dei notevoli limiti delle informazioni disponibili sugli effetti biologici delle microplastiche e sull’esposizione alle stesse.

(3)Le microplastiche sono molto eterogenee, in quanto variano profondamente tra loro per dimensioni, composizioni e forme, possono essere composte da uno o più polimeri diversi, possono contenere additivi e le loro caratteristiche fisico-chimiche sono influenzate dalla loro storia di degradazione. Questa diversità rende molto complesso rilevarle, identificarle e quantificarle.

(4)Per quanto riguarda l’esposizione alle microplastiche è necessario avere una migliore comprensione della loro presenza lungo tutta la catena di approvvigionamento delle acque destinate al consumo umano, mediante metodi affidabili e criteri di comunicazione armonizzati, nonché determinarne la concentrazione, la forma, le dimensioni e la composizione.

(5)L’articolo 13, paragrafo 6, della direttiva (UE) 2020/2184 conferisce alla Commissione il potere di adottare una metodologia per misurare le microplastiche in vista di includerle nell’elenco di controllo di cui all’articolo 13, paragrafo 8, di detta direttiva, una volta soddisfatte le condizioni di cui a tale disposizione. A norma dell’articolo 13, paragrafo 8, quinto comma, della direttiva (UE) 2020/2184, gli Stati membri sono tenuti a monitorare le sostanze che sono state inserite nell’elenco di controllo.

(6)La Commissione ha esaminato gli studi pubblicati in cui era indicata la misurazione di microplastiche nell’acqua potabile con l’obiettivo di individuare: 1) i metodi utilizzati per separare e raccogliere le microplastiche dai campioni di acqua potabile; 2) le tecniche di analisi utilizzate per identificare e quantificare le microplastiche nei campioni raccolti; 3) le capacità e i limiti delle tecniche di analisi utilizzate e 4) le quantità, le dimensioni, la composizione e la forma delle microplastiche rilevate nei campioni raccolti, al fine di determinare la tecnica più appropriata.

(7)Le tecniche di analisi comunicate appartenevano a due categorie distinte: 1) metodi di micro-spettroscopia ottica infrarossa (IR) o Raman, che possono identificare il tipo di polimero nelle singole particelle e fornire informazioni sulle sue dimensioni e sulla sua forma, e 2) metodi di analisi termica, che possono identificare i polimeri contenuti in un campione e quantificare la massa totale di ciascun tipo di polimero. Nel caso dei metodi di micro-spettroscopia ottica IR o Raman, per identificare le composizioni polimeriche occorre confrontare gli spettri delle particelle con quelli di polimeri noti contenuti in una banca dati (libreria spettrale). La dimensione minima rilevabile delle particelle che consente ancora l’identificazione del polimero dipende dai metodi (IR o Raman) e dagli strumenti utilizzati. Nel caso dei metodi di analisi termica, per identificare le composizioni polimeriche occorre confrontare i loro prodotti di decomposizione termica con i prodotti di pirolisi di polimeri noti contenuti in una libreria di spettri di massa. La quantificazione dei polimeri identificati richiede una taratura per ciascun polimero. I metodi di analisi termica da soli non sono in grado di fornire informazioni sul numero, sulle dimensioni o sulla forma delle particelle. Questi metodi non hanno un limite inferiore di rilevazione intrinseco per la dimensione delle particelle, ma sono limitati dai livelli minimi di rilevamento della massa.

(8)I livelli segnalati di microplastiche riscontrate nell’acqua potabile variavano da 0,0001 a 440 particelle per litro, ma i dati degli studi europei si situano principalmente nell’intervallo di concentrazione più basso. Per rilevare concentrazioni così basse, i metodi di micro-spettroscopia ottica IR o Raman risultano più affidabili dei metodi di analisi termica.

(9)L’identificazione dei polimeri mediante le tecniche elencate al considerando 7 richiede un confronto con librerie spettrali di polimeri noti. Le microplastiche possono essere composte da una gamma molto ampia di polimeri, copolimeri e additivi e non è possibile garantire che le librerie spettrali contengano tutte le varianti possibili. Pertanto un approccio pragmatico al monitoraggio dovrebbe consistere nell’analizzare e registrare la presenza di un gruppo più ristretto di polimeri specifici che, notoriamente, sono di solito presenti nell’ambiente e nelle acque destinate al consumo umano. Inoltre, se il metodo di analisi identifica in modo affidabile il particolato di altri materiali polimerici sintetici, occorre registrare anche questi.

(10)La Commissione, previa consultazione degli Stati membri, ha nominato esperti nel settore per integrare le informazioni raccolte dagli studi pubblicati e orientare lo sviluppo della metodologia più appropriata per misurare la gamma di concentrazioni di microplastiche riscontrabili con maggiore probabilità nell’acqua potabile europea.

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