Il Consiglio dell’Unione europea,
visto il trattato sull’Unione europea, in particolare l’articolo 28, paragrafo 1, e l’articolo 31, paragrafo 1,
vista la proposta dell’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza,
considerando quanto segue:
(1)Il 19 novembre 2018 il Consiglio ha adottato la strategia dell’Unione europea contro le armi da fuoco, le armi leggere e le armi di piccolo calibro (SALW) illegali e le relative munizioni dal titolo «Mettere in sicurezza le armi, proteggere i cittadini» («strategia dell’UE sulle SALW»). La finalità della strategia dell’UE sulle SALW è quella di guidare un’azione europea integrata, collettiva e coordinata onde prevenire e tenere a freno l’acquisizione illegale delle SALW e delle relative munizioni da parte di terroristi, criminali e altri attori non autorizzati e promuovere la rendicontabilità e la responsabilità per quanto riguarda il loro commercio legale.
(2)A livello regionale, la strategia dell’UE sulle SALW impegna l’Unione e i suoi Stati membri a contribuire a rafforzare le capacità di contrasto per individuare, smantellare e vietare le reti di traffico ed evitare che le armi da fuoco pervengano ai terroristi e ai criminali tramite il mercato illecito, ad esempio bloccando il finanziamento e il trasporto illeciti delle armi e potenziando il ruolo della polizia di frontiera e delle autorità doganali e portuali nella lotta ai flussi illegali di armi via mare.
(3)Nella strategia dell’UE sulle SALW si afferma che l’attuale instabilità nell’Europa orientale ha accresciuto l’entità del traffico illegale di armi da fuoco in vari paesi della regione, ad esempio l’Ucraina. Ciò comporta una minaccia per la sicurezza a lungo termine sia dell’Ucraina sia dell’Unione. È pertanto nell’interesse di entrambe cooperare su questo tema. L’Unione persegue la via del dialogo bilaterale con l’Ucraina e con altri paesi della regione e integra sistematicamente la lotta alle SALW illegali in tutte le discussioni in materia di sicurezza con i paesi partner del vicinato.
(4)Nel maggio 2016 il servizio nazionale delle guardie di frontiera dell’Ucraina ha chiesto al segretariato dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) di effettuare una valutazione delle necessità per combattere il traffico illecito di armi, munizioni ed esplosivi in Ucraina e attraverso le sue frontiere. La valutazione delle necessità, effettuata con il sostegno di Francia e Germania, è stata pubblicata nell’aprile 2018 e i suoi risultati sono stati confermati dai principali servizi di contrasto e di sicurezza ucraini nel corso di una riunione ad alto livello organizzata a Kiev il 7 giugno 2018.
(5)Il servizio nazionale delle guardie di frontiera, il servizio fiscale statale/servizio doganale statale e il ministero dell’interno dell’Ucraina hanno, ufficialmente e per iscritto, espresso interesse e chiesto di cooperare con il segretariato OSCE e il coordinatore dei progetti OSCE in Ucraina al fine di sostenere gli sforzi dell’Ucraina volti a combattere il traffico illecito di armi, munizioni ed esplosivi, in linea con i risultati della valutazione delle necessità.
(6)L’assistenza fornita dall’Unione all’Ucraina in materia di controlli di frontiera, ad esempio nel quadro della strategia per la gestione integrata delle frontiere, sostenuta dallo strumento europeo di vicinato della Commissione, e le missioni civili di politica di sicurezza e difesa comune dell’Unione, in particolare la missione consultiva dell’Unione europea per la riforma del settore della sicurezza civile in Ucraina (EUAM Ucraina) e la missione dell’Unione europea di assistenza alle frontiere per i valichi Moldova/Ucraina (EUBAM Moldova e Ucraina), nonché le relative attività di sostegno ai controlli di frontiera, non comprendono un supporto volto specificamente a combattere il traffico illecito di armi, munizioni ed esplosivi.
(7)Il 30 giugno 2018 la terza conferenza delle Nazioni Unite di revisione dei progressi compiuti nell’attuazione del programma d’azione dell’ONU contro le armi leggere e di piccolo calibro illegali ha adottato un documento finale in cui gli Stati rinnovano il loro impegno a prevenire e a combattere la diversione delle armi leggere e di piccolo calibro. Gli Stati hanno ribadito la loro volontà di perseguire la cooperazione internazionale e di rafforzare quella regionale migliorando il coordinamento, le consultazioni, lo scambio di informazioni e la cooperazione operativa, coinvolgendo le pertinenti organizzazioni regionali e subregionali, come pure le autorità di contrasto, le autorità incaricate dei controlli di frontiera nonché le autorità preposte al rilascio delle licenze di esportazione e importazione.
(8)Nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile si afferma che la lotta al commercio illegale di armi leggere e di piccolo calibro è necessaria per il raggiungimento di molti obiettivi di sviluppo sostenibile, inclusi quelli relativi a pace, giustizia e istituzioni forti, riduzione della povertà, crescita economica, salute, parità di genere e città sicure. Pertanto, con l’obiettivo di sviluppo sostenibile 16.4, tutti gli Stati si sono impegnati a ridurre in maniera significativa i flussi finanziari illeciti e i flussi illegali di armi.
(9)Nella sua agenda per il disarmo «Securing Our Common Future» (Assicurare il nostro futuro comune) presentata il 24 maggio 2018, il segretario generale dell’ONU ha invitato a contrastare l’eccessiva accumulazione e il commercio illegale di armi convenzionali e a sostenere l’adozione di approcci nazionali per quanto riguarda le armi di piccolo calibro.
(10)Il 25 ottobre 2012 e il 4 agosto 2017 il Consiglio ha adottato, rispettivamente, la decisione 2012/662/PESC (1) a sostegno delle attività per la riduzione del rischio di traffico illegale ed eccessiva accumulazione di armi leggere e di piccolo calibro nella regione coperta dall’OSCE e la decisione (PESC) 2017/1424 (2) a sostegno delle attività dell’OSCE per la riduzione del rischio di traffico illecito ed eccessiva accumulazione di armi leggere e di piccolo calibro e munizioni convenzionali nell’ex Repubblica iugoslava di Macedonia e in Georgia.
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