La Corte europea dei Diritti umani ha condannato la Croazia per aver violato i diritti di una donna bosniaca a cui il Paese rifiutò il permesso di soggiorno che gli avrebbe consentito di vivere con la sua compagna.
I togati Ue hanno quindi stabilito che, con tale azione, lo Stato discriminò il soggetto in questione sulla base del suo orientamento sessuale, violando il suo diritto al rispetto della vita familiare e decidendo quindi che la legge croata sugli stranieri non sia compatibile con gli standard prescritti dalla Convenzione europea dei Diritti Umani, poiché prevede un esclusione generalizzata delle persone dello stesso sesso, che hanno una relazione stabile, dall'accesso al ricongiungimento familiare.
In virtù di tutto ciò, adesso, le autorità dello Stato dovranno versare alla donna 10.000,00 Euro per danni morali.
Tratto da:
Ansa Europa