“Per ciò che concerne la disoccupazione giovanile i gruppi di intervento, rivolti al contrasto della stessa e istituiti dalla Commissione europea sono ancora poco efficaci…gli stessi (gruppi) hanno permesso di riorientare circa 1,9 miliardi di Euro di fondi europei verso misure a sostegno dei giovani, ma hanno avanzato solo poche proposte concrete…in Italia sono stati riassegnati un totale di 688 milioni di Euro, il 9,9% dei fondi Fes ricevuti, l'ammontare più alto tra gli otto Paesi interessati dal Programma…
…a fine 2011 il Paese inoltre contava l'ammontare di fondi Fes non distribuiti più alto, con un totale di 3 miliardi e 674 milioni di Euro, ovvero il 16,7% di tutti i fondi Fes non distribuiti negli allora 27 Paesi Ue - totale 22 miliardi e 271 milioni di Euro…sebbene la Commissione europea abbia fornito consulenza agli Stati membri, il suo contributo è stato limitato dal livello e dalla qualità delle informazioni disponibili, inoltre l’attività della stessa si è orientata più sugli aspetti finanziari delle proposte, piuttosto che sulla loro reale efficacia”. Ciò è quanto reso noto dalla Corte dei Conti europea, che ha fatto un bilancio dei primi tre anni dei gruppi di esperti nazionali e della Commissione europea istituiti negli otto Stati membri con i livelli di disoccupazione giovanile più elevati, tra cui l'Italia, per aiutarli a riassegnare i fondi strutturali non utilizzati, circa 10 miliardi di Euro.
“I fondi dell'Unione europea dovrebbero finanziare misure efficaci in grado di fornire, il prima possibile, risultati concreti sul campo”, ha posto in evidenza Iliana Ivanova, membro della Corte e Responsabile della Relazione.