L’esecutivo europeo ha deciso di proseguire con la Procedura d'Infrazione, resa attiva nel 2013, inviando a Roma una lettera di messa in mora complementare e contestando la possibilità che le donne abbiano di prepensionarsi con un anno di anticipo rispetto agli uomini nel settore pubblico.
L'Italia sostiene che, con il passaggio dal retributivo al contributivo, le donne avrebbero una pensione ridotta in proporzione. L’iter europeo era stato reso attivo tre anni fa, ovvero nell'Ottobre 2013, nei confronti della Legge 214 del 2011 dai Servizi, dell'allora Commissario europeo alla Giustizia Viviane Reding.
A questo punto spieghiamo un pò meglio la situazione:”La norma italiana fissa gli anni minimi di contribuzione per ottenere la pensione prima di arrivare all'età massima in 41 e 3 mesi per le donne e 42 e 3 mesi per gli uomini…tutto ciò, secondo Bruxelles, viola l'Articolo 157 dei Trattati Ue che stabilisce la parità di trattamento tra uomini e donne e va inoltre al di là dei margini di manovra lasciati ai Paesi dalla Direttiva varata dall'Unione europea nel 2006”.