Ha avuto gli effetti desiderati il richiamo europeo di qualche mese fa alle industrie per le App “gratuite” solo di nome,ma che poi si pagano una volta scaricate.Bruxelles aveva chiesto a Google,Apple e gli altri sviluppatori di App per smartphone e tablet di trovare dei rimedi che tutelassero soprattutto i minori e fortunatamente qualcuno si è mosso.
La Commissione europea ha fatto sapere che Google,ad esempio,ha assicurato che non comparirà l'espressione gratis quando i giochi contengono acquisti in-app e poi delineerà orientamenti per gli sviluppatori di App affinché tutelino i bambini non invogliandoli all'acquisto. La stessa Azienda ha inoltre adattato le sue impostazioni predefinite per far sì che i pagamenti siano autorizzati prima di qualsiasi acquisto all'interno di applicazioni,a meno che il consumatore non scelga attivamente di modificare tali impostazioni.
Apple invece non ha finora prospettato soluzioni concrete e immediate per affrontare le preoccupazioni legate,in particolare,all'autorizzazione di pagamento,o meglio,ha espresso la volontà di farlo,ma non sono stati forniti né un fermo impegno,né un calendario specifico.Le autorità di tutela dei consumatori continueranno chiaramente a dialogare con quest’ultima.