Il Belpaese rischia di finire davanti alla Corte di Giustizia dell'Unione europea per rispondere della non completa applicazione della Direttiva Ue del 2011 riguardante la lotta alla pedopornografia.
Infatti ieri la Commissione europea ha deciso di rendere attiva l'ultima fase della procedura d'infrazione, concedendo due mesi al governo per rispondere alle accuse mosse, diversamente il tutto passerà ai giudici Ue che si preoccuperanno di applicare le dovute sanzioni.