Il 31 luglio 2023 l’Esecutivo comunitario ha pubblicato un invito a presentare proposte di progetti per individuare in che modo emergano le narrazioni di disinformazione sulla guerra della Russia contro l'Ucraina, sulle elezioni e sulla comunità LGBTQ+, sia online che offline, e per contribuire a contrastare tali narrazioni e gli effetti ce provocano. L’invito si basa su un progetto analogo già in corso avviato a seguito di un invito a presentare proposte pubblicato nel luglio 2022.
Il nuovo invito prevede un finanziamento UE di circa 1,2 milioni di Euro per contribuire a comprendere meglio in che modo nasca e si diffonda la disinformazione, in che modo influisca sulle menti delle persone e quali siano le conseguenze sulla vita reale. Tutto questo riveste particolare importanza nel contesto delle informazioni false e fuorvianti diffuse sulla guerra della Russia contro l'Ucraina, che possono destabilizzare le democrazie, dei danni che la disinformazione può causare all'integrazione e all'uguaglianza della comunità LGBTQ+, senza dimenticare l’impatto sulle elezioni.
A integrazione del lavoro dell'Osservatorio europeo dei media digitali (EDMO), il progetto dovrebbe inoltre proporre strategie e misure, azioni politiche per il futuro e nuove pratiche per sostenere le narrazioni positive e contrastare le narrazioni false e dannose, anche attraverso la demistificazione delle narrazioni di disinformazione attese.
Il termine ultimo per la presentazione delle proposte è il 22 settembre 2023 e il progetto selezionato dovrebbe iniziare nel settembre 2024. Potranno parteciparvi università, centri di ricerca, ONG, autorità pubbliche e altri soggetti.
Maggiori informazioni sull'invito a presentare proposte sono disponibili qui.
Questi progetti fanno parte delle iniziative più ampie tese a contrastare la disinformazione, tra cui il codice di buone pratiche sulla disinformazione e l'iniziativa "EU vs Disinfo". Entro la fine di agosto anche le piattaforme online di dimensioni molto grandi designate a norma del regolamento sui servizi digitali dovranno effettuare la loro prima valutazione periodica dei rischi che si concentrerà in particolare sulla diffusione della disinformazione e l'utilizzo non autentico dei loro servizi.
Fonte:
Commissione europea - Rappresentanza in Italia.
Foto:
Istockphoto (by Getty Images)
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