L'obesità patologica,se raggiunge un livello tale da ostacolare la vita professionale,può diventare una disabilità da tutelare alla luce della direttiva sulla parità di trattamento in materia di occupazione.
Queste sono le conclusioni dell'Avvocato Generale alla Corte di Giustizia dell'Unione europea,Niilo Jaaskinen, chiamato a valutare il caso di un giovane babysitter danese licenziato perchè pesante,oltre 160 chili.Ad oggi non sussiste un principio generale del diritto europeo che vieti la discriminazione basata sull'obesità in sé,tuttavia,alla luce di questa conclusione, in particolari casi in cui una lavoratrice,o un lavoratore perde il posto di lavoro perchè eccessivamente sovrappeso,si può associare questa fattispecie al concetto di discriminazione,come se si trattasse di cittadini portatori di handicap.
”Si può parlare di obesità come disabilità solo nel caso in cui vi sia un aumento di peso estremo, grave o patologico, vale a dire per soggetti il cui Bmi, l'indice di massa corporea, fosse superiore a 40”,ha evidenziato Niilo Jaaskinen.Nella maggior parte dei casi le conclusioni dell'Avvocato Generale vengono riprese nella sentenza della Corte,sentenza che arriverà nei prossimi mesi.