“Se Bruxelles desidera davvero evitare che si ripeta la sorveglianza di massa emersa con lo scandalo del “Datavate”,si dovrà dotare di una risposta tecnologica e politica,che vada dalla crittografia (al fine di evitare la raccolta dei metadati come ora e luogo delle connessioni a internet e siti visitati),allo sviluppo del software open source e ad un sistema europeo di certificazione”.Tutto ciò è il risultato di uno studio realizzato dall'Unità dell'Europarlamento per la Valutazione delle Opzioni Scientifiche e Tecnologiche,nel quadro della risoluzione che la Commissione Libertà Civili adottò sul caso Snowden e le rivelazioni del famoso “Datavate”.
Ad esempio i computer e soprattutto gli smartphone,che raccolgono molti dati e metadati sensibili,possono essere facilmente infiltrati e con videocamere, microfoni e servizi di mobilità,se controllati a distanza,potrebbero essere usati per spiare.Chiaramente i cittadini potrebbero proteggersi,applicando una serie di accorgimenti tecnologici,da software a servizi ad hoc che nascondano,o cancellino le proprie tracce digitali,come firewalls, anti-virus, vpn, proxy,rendendo anonimo il proprio computer e sistemi di crittografia.
Tutto ciò,però,a fronte della potenza dei servizi di intelligence non sarebbe comunque sufficiente per garantire un immunità totale dagli attacchi alla propria privacy,oggi messa ancora più in difficoltà dalle necessità della lotta al terrorismo.”Occorrerà quindi una risposta politica a livello europeo che coniughi le esigenze della privacy,con quelle della sicurezza e che renda autonoma l'Europa in termini tecnologici”,in conclusione afferma lo studio.