“Bisogna collegare formazione e mondo del lavoro,prestando una maggior attenzione a tirocini e apprendistati e priorità all'inserimento sociale dei giovani che non studiano,ne lavorano”.Sono stati questi i principali risultati sull'Italia di uno studio del Comitato Economico e Sociale sulla Disoccupazione Giovanile in sei Paesi europei,ovvero Italia, Grecia, Croazia, Austria, Slovacchia e Finlandia.Nel suolo italiaco tutti i soggetti interessati,datori di lavoro, sindacati e associazioni,hanno concordato sulla necessità di allineare i contenuti della formazione alle esigenze del mercato del lavoro,auspicando ad esempio,un rafforzamento della diffusione del tipo di apprendistato che prevede alternanza scuola-lavoro.
Gli imprenditori hanno lamentato un eccessiva regolamentazione e la mancanza di incentivi,mentre i sindacati vorrebbero che esistessero maggiori obblighi di stabilizzazione.Quasi tutti gli stakeholders hanno posto in evidenza il modo frammentato con cui il diritto italiano disciplina gli apprendistati così come i tirocini,creando in tal modo oneri amministrativi per le imprese.Secondo i sindacati di fatto esistono pochi vantaggi concreti nel completamento di un tirocinio,poichè meno del 10% degli stessi si trasforma in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato.