“Occorre un accesso più rapido, transfrontaliero e garantito anche con i Paesi extra europei, a molte prove di crimini, dal terrorismo, alla pedo-pornografia, che ormai si trovano online, dalle mail, alle foto fino agli sms, o messaggi di chat, profili Facebook e materiale stoccato nei cloud”. Questo lo scopo delle nuove regole presentate dalla Commissione europea che aggiornano il sistema giudiziario in materia, non ancora adeguato alla rivoluzione digitale e frammentato in 28 e più legislazioni differenti.
E’ così stato creato un nuovo ‘ordine europeo di produzione’ delle prove in base a cui le autorità giudiziarie di uno Stato membro potranno chiedere ai service provider digitali o Tlc, a prescindere dallo Stato sede dei loro server, di rispondere massimo entro 10 giorni, o entro 6 ore nei casi di emergenza, contro i 120 giorni, 30 odierni. In virtù di questo potrà quindi scattare anche un’ordine europeo di conservazione che obbligherà i provider a non cancellare i dati che potrebbero essere richiesti successivamente attraverso ulteriori procedure legali.
Tali provvedimenti potranno scattare solo nell'ambito di procedure giudiziarie a cui si applicano tutte le salvaguardie legali del caso a tutela della privacy. Anche i fornitori di servizi che non sono basati su territorio europeo, come per esempio Facebook o Google, dovranno designare un loro Rappresentante Legale sul territorio dell'Unione per assicurare il rispetto di queste nuove norme Ue. Verrà infine definito un insieme di regole chiare e comuni sia per i provider, che per le autorità giudiziarie relative alla fornitura delle prove in formato digitale. Le richieste di accesso a questo tipo di prove è infatti aumentato del 70% dal 2013 al 2016.
Tratto da:
Ansa Europa.