“Le autorità dei singoli Stati dell'Unione hanno e mantengono la facoltà di autorizzare, o no il matrimonio tra persone dello stesso sesso nel loro Paese, ma sono comunque tenute a riconoscere al coniuge di un cittadino Ue, anche se sposato all'estero, gli stessi diritti, indipendentemente dal sesso e dalla nazionalità”.
Questo il parere espresso dall’Avvocato Generale della Corte di Giustizia europea, Melchior Wathelet, nelle conclusioni rese pubbliche l’11 Gennaio 2018 e relative alla causa intentata da un cittadino rumeno contro le autorità nazionali perchè queste avevano negato al suo coniuge, un cittadino americano sposato a Bruxelles nel 2010, il diritto di soggiornare in Romania.
Le conclusioni dell’Avvocato Generale non sono vincolanti ai fini della sentenza, ma molto spesso anticipano la decisione finale dei Giudici europei.
Tratto da:
Ansa Europa.