“Il peggio è passato,ma la strada resta ancora in salita per le Pmi italiane,ed europee…rimane da capire se la performance delle imprese tricolori,il cui numero è calato del 5% tra il 2008 e il 2013, sia migliorata”.Questo è il quadro che emerge dal rapporto 2014 della Commissione europea sull'attuazione dello “Small Business Act”,presentato a Napoli.
Ciò evidenzia come l'Italia, nonostante le iniziative del governo,continui ad essere sotto la media europea e dovrà quindi recuperare e migliorare su molte aree,in particolare facilitando l'accesso al credito,tagliando costi e oneri burocratici,semplificando la partecipazione agli appalti pubblici e riformando il quadro legale per i fallimenti. Nel corso del 2013 c'erano in Italia 3.718.236 Pmi,pari al 99,9% delle imprese,con 11.516.365 occupati a loro volta pari al 79,6% del totale e un valore aggiunto di 459 miliardi,ancora sotto del 3% rispetto ai livelli pre-crisi.
A soffrire di più il settore delle costruzioni,-34% del valore aggiunto dal 2008 e il manifatturiero,dove hanno chiuso 50mila Aziende tra il 2008 e il 2013 perdendo il 5% del valore aggiunto. Fra i punti di forza,la buona perfomance sull'export per le Pmi manifatturiere,in particolare quelle del Nord-Est,mentre tra gli aspetti più problematici ci sono gli aiuti di Stato e gli appalti pubblici.
”In tale ambito la perfomance non è solo sotto la media europea,ma si è anche deteriorata in modo significativo negli ultimi cinque anni…riamane poi il credit crunch,che ancora lo scorso anno,nonostante un miglioramento rispetto al 2012,ha continuato a colpire le Pmi italiane,causando difficoltà economiche e spazzando via le prospettive di una crescita ulteriore”evidenzia il rapporto europeo.Nella media europea,invece,l'internazionalizzazione delle imprese.”Gli indicatori pubblicati attualmente rendono chiaro che si deve fare di più”,ha dichiarato il Commissario europeo all'Industria Ferdinando Nelli Feroci,invitando Europa e Stati membri a continuare gli sforzi per migliorare il clima per le imprese.
