Secondo il Fatto Quotidiano di oggi (articolo di Carlo Di Foggia a p. 5), visto il tasso di cofinanziamento degli investimenti strutturali al 50%, l'Italia dovrebbe smettere di contribuire al bilancio dell'UE e lasciare i soldi "a casa", ottenendo lo stesso effetto a costo zero. L'autore dell'articolo sembra però dimenticare che il tasso di finanziamento è variabile e nelle regioni nel Mezzogiorno è del 25%. In secondo luogo, lasciare questi soldi a casa non darebbe ai cittadini nessuna garanzia che queste risorse fossero impiegate per investire in risorse umane, nelle piccole e medie imprese, nei servizi di base, o nelle infrastrutture. Inoltre, ri-nazionalizzare i fondi strutturali non risolverebbe in alcun modo le carenze amministrative, anzi verrebbe a mancare quella disciplina imposta dall'UE che ha permesso di rivelare quei problemi e di iniziare a risolverli.
Per quanto riguarda in particolare gli investimenti in risorse umane, nell'articolo citato si afferma che la maggior parte dei fondi strutturali deriva dal Fondo sociale europeo. Si tratta di un'affermazione contraria ai fatti:"Nel periodo 2007-2013 i fondi stanziati per l'Italia ammontavano a circa 29 miliardi di Euro, di cui solo 7 a titolo del Fondo sociale europeo e il resto (oltre 20 miliardi) a titolo del Fondo europeo di sviluppo regionale".
Non si può pensare, in una congiuntura come quella attuale, che i problemi italiani si possano risolvere eliminando la politica di coesione per l'Italia, operazione che peraltro sarebbe contraria agli accordi appena sottoscritti in sede europea. Se per ipotesi l’Italia rinunciasse ai fondi che il bilancio UE le riconosce a titolo della politica di coesione, il suo saldo netto in realtà peggiorerebbe, visto che le risorse dei fondi strutturali che l'Italia riceve contribuiscono a ridurre in maniera significativa il saldo italiano verso il bilancio europeo. Inoltre, a meno di non annullare le politiche europee, l'Italia dovrebbe comunque continuare a contribuire agli interventi dei fondi strutturali negli altri paesi europei, che non sono tenuti ad accettare le conseguenze della decisione unilaterale di un unico solo Stato membro.
Il "non dateli più" di Grillo significa rischiare di sottrarre risorse troppo preziose. Se si vuole evitare che nell'attuazione dei progetti i fondi europei siano gestiti male o finiscano – cosa del resto molto rara - in cattive mani, la risposta si può trovare proprio sulla Rete. I cittadini, sempre al centro dei discorsi del comico genovese, possono essere "cittadini attivi" consultando il portale Open Coesione, che consente di conoscere tutti i dati relativi ai progetti finanziati. "Segui, scopri, sollecita" è l'incitamento che appare su Open Coesione, un modo sano per incidere positivamente sulla trasparenza nella spesa dei fondi strutturali e, di conseguenza, per migliorare la qualità nell'impiego dei fondi UE.
Per maggiori informazioni:
Politica Regionale - Inforegio
#UEverofalso: la gestione dei fondi strutturali Ue in Italia è fuori controllo. Sarà vero?
Fonte:Commissione europea - Rappresentanza in Italia.