Cosa accadrebbe se le forniture di gas russo fossero interrotte durante l’inverno?Le abitazioni e le fabbriche avranno l’energia di cui necessitano?Cosa possono fare l’Unione europea e gli Stati membri?La relazione della Commissione sulla resilienza del sistema europeo del gas, pubblicata ieri,fornisce una serie di risposte:"Le forniture di gas rimarranno costanti se gli Stati membri sapranno cooperare e daranno alle forze del mercato la possibilità di funzionare il più a lungo possibile.Le misure governative dovranno essere accuratamente studiate su base regionale e scattare solo se strettamente necessario".La relazione comprende raccomandazioni a breve termine per i più vulnerabili tra gli Stati membri dell’UE e i Paesi confinanti.
Günther H. Oettinger,Vicepresidente della Commissione europea Responsabile per l’Energia, ha dichiarato:"La relazione dimostra che non dormiamo in attesa degli sviluppi,ma cerchiamo in tutti i modi di farci trovare preparati...per la prima volta in assoluto disponiamo di un quadro completo dei rischi e delle possibili soluzioni...se sapremo collaborare,dando prova di solidarietà e attuando le raccomandazioni contenute nella relazione,nessuna utenza domesticanell’UE trascorrerà l’inverno al freddo".
La controversia sul gas tra Russia e Ucraina mette nuovamente a rischio l’approvvigionamento di gas dell’Unione europea,come nel 2009.Con l’approssimarsi dell’inverno,la Commissione punta ad avere un quadro chiaro per sapere dove si verificheranno le maggiori carenze e come potranno essere limitate.
La relazione pubblicata ieri presenta inoltre i risultati di un esercizio di modellizzazione condotto da 38 Paesi europei,compresi gli Stati membri dell’Unione europea e i Paesi confinanti.Esso ha analizzato vari scenari,tra cui quello che prevede un blocco totale delle importazioni di gas russo verso l’UEnione europea per un periodo di sei mesi.
Cooperare per limitare i problemi
Una prolungata interruzione dell’approvvigionamento avrebbe un forte impatto nell’UE:"Le conseguenze più gravi toccherebbero agli Stati membri orientali ed ai Paesi della Comunità dell’energia".A Finlandia, Estonia, Bulgaria, ex Repubblica iugoslava di Macedonia (FYROM), Bosnia-Erzegovina e Serbia verrebbe a mancare almeno il 60% del gas necessario. Anche i nuclei abitativi privati famiglie potrebbero soffrire il freddo.Ma se anziché adottare misure puramente nazionali i governi sapranno coordinare i propri interventi,il consumo privato di gas calerà e nessuna utenza domestica nell’UE dovrà temere di passare un inverno al freddo.
Garantire il funzionamento del mercato il più a lungo possibile
Le relazioni nazionali dimostrano che i Paesi dell’Unione europea e i Paesi confinanti prevedono di varare un’ampia gamma di misure per attenuare l’impatto di un’interruzione dell’approvvigionamento:"Si va dalla diversificazione delle forniture,al ricorso a riserve e scorte strategiche per ridurre la domanda fino al cambiamento dei combustibili,ove possibile".Ma tali piani sono in generale limitati al mercato nazionale e ricorrono eccessivamente a misure intervenzioniste. Ci si dovrebbe invece orientare su un approccio di mercato; le misure basate su altri approcci (liberazione di riserve strategiche, cambiamento forzato del tipo di combustibili, riduzione della domanda) andrebbero adottate solo in caso di fallimento delle misure di mercato. In un mercato funzionante,i segnali basati sul prezzo attireranno nuove forniture di gas, principalmente di gas naturale liquefatto (GNL), e limiteranno la domanda: l’uso commerciale dello stoccaggio contribuirà dal canto suo a garantire l’equilibrio tra domanda e offerta.La relazione contiene raccomandazioni concrete sulle misure a breve termine per i vulnerabili tra gli Stati membri dell’UE e i Paesi confinanti.
Metodologia
La relazione comprende un’analisi aggregata dei risultati forniti dagli Stati membri dell’UE e dai Paesi della Comunità dell’energia [1],oltre che da Georgia, Turchia, Norvegia e Svizzera. Inoltre contiene un’analisi d’impatto condotta dalla rete europea dei gestori dei sistemi di trasporto (ENTSOG) in collaborazione con l’Agenzia internazionale per l’energia (AIE) ed i paesi partner del G 7 (USA, Canada, Giappone). Il documento comprende poi analisi particolareggiate su tre gruppi di paesi (Europa sudorientale, Paesi baltici e Finlandia, Comunità dell’energia) e una relazione sulla cooperazione con il G 7 e altri paesi partner. Infine, una relazione dedicata al regolamento sulla sicurezza dell’approvvigionamento di gas (994/2010).
Contesto
La relazione sulla resilienza del sistema europeo del gas è la prima azione concreta in materia di misure a breve termine per la sicurezza energetica e segue l’adozione da parte della Commissione,lo scorso 28 Maggio,della strategia europea in materia di sicurezza energetica. Le raccomandazioni concrete formulate nella relazione si affiancheranno alle misure previste dalla strategia per migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento dell’Unione europea:"Completare il mercato interno dell’energia, aumentare l’efficienza energetica diversificando le fonti di approvvigionamento esterno e sfruttando fonti proprie (combustibili fossili e non fossili)".
Attualmente l’Unione europea importa il 53 % dell’energia che consuma.La dipendenza energetica riguarda in prima linea il petrolio greggio (quasi il 90 %), il gas naturale (66 %), e, in misura minore, i combustibili solidi (42 %) nonché il combustibile nucleare (40 %). Circa la metà del consumo di energia primaria dell’UE (48 %) è utilizzato per il riscaldamento dell’ambiente e dell’acqua.
[1] Albania, Bosnia-Erzegovina, ex Repubblica iugoslava di Macedonia (FYROM), Serbia, Moldavia, Ucraina e Kosovo.
Per ulteriori informazioni:
Trasmissione in diretta su Europe by Satellite (EBS):
http://ec.europa.eu/avservices/ebs/schedule.cfm?sitelang=en&page=3&institution=0&date=10/16/2014
Relazione sulla resilienza del sistema europeo del gas:
http://ec.europa.eu/energy/stress_tests_en.htm
Fonte:Commissione europea - Rappresentanza in Italia.