A partire dal 1° Dicembre 2016 gli agricoltori europei che potranno beneficiare di pagamenti diretti riceveranno altri 435 milioni di Euro, corrispondenti ai fondi della riserva per le crisi non utilizzati. Dalla riforma della PAC del 2013 ogni anno un importo significativo è dedotto dai pagamenti diretti agli agricoltori al fine di creare una riserva per le crisi agricole che può essere mobilitata se il bilancio annuale non è sufficiente a finanziare la necessità di misure di sostegno del mercato, come l’intervento pubblico e l’ammasso privato e misure eccezionali in situazioni di crisi. Se non utilizzata entro fine anno tale riserva viene restituita agli agricoltori.
Dal Settembre 2015 la Commissione europea ha fornito oltre 1 miliardo di Euro supplementari in sostegno finanziario al settore agricolo per far fronte a situazioni di mercato particolarmente difficili. L'Esecutivo comunitario e i colegislatori hanno tuttavia deciso di finanziare questo sostegno senza toccare la riserva per le crisi in modo da non incidere sui pagamenti diretti percepiti dagli agricoltori. Le misure supplementari adottate, quali la proroga delle misure di mercato in atto e la distribuzione delle dotazioni nazionali, sono state finanziate con le disponibilità di bilancio 2016, mentre l’ultimo Pacchetto di Solidarietà del Luglio 2016 per il settore lattiero-caseario e altri settori zootecnici sarà sostenuto dal Bilancio 2017.
Il Commissario europeo Phil Hogan a tale proposito ha dichiarato:"Il 2016 è stato un anno difficile per molti agricoltori e soprattutto per alcuni settori di mercato...sono lieto che la Commissione europea sia stata in grado di rispondere con una serie di misure supplementari senza dover attivare la riserva per le crisi agricole, che è uno strumento di ultima istanza...ciò significa che siamo stati in grado di reagire senza ridurre il sostegno dell’Ue al reddito del settore agricolo".
Dalla sua istituzione, nell’ambito della riforma del 2013, la riserva di crisi non è mai stata utilizzata. La deduzione si applica soltanto ai pagamenti diretti superiori ai 2.000 Euro e non è ancora stata applicata in Bulgaria, Croazia e Romania nel bilancio 2016 perché gli importi dei pagamenti diretti non erano ancora a regime in questi Stati membri.
Fonte:
Commissione europea - Rappresentanza in Italia.